BULLISMO E CYBERBULLISMO: "FACCIAMO RETE

CONTRO LA VIOLENZA"

 

 

 

 

 

 

INTRODUZIONE

 

In un’epoca in cui i ragazzi rappresentano la generazione dei cosiddetti “nativi digitali”, per i quali relazioni e linguaggio si sono forgiati attraverso i social networks, prestare attenzione e curiosità scientifica al fenomeno cyberbullismo appare piuttosto scontato. Il cyberbullismo, come forma di disagio relazionale, di prevaricazione e di sopruso perpetrata tramite i nuovi mezzi di comunicazione, è un fenomeno strettamente legato alla disponibilità capillare per le nuove generazioni di internet e dei vari dispositivi connessi alla rete e, in quanto tale, è da poco oggetto di studi e ricerche, per quanto rappresenti una “variante” di un fenomeno, il bullismo, ben sondato dal punto di vista scientifico oramai da anni. Secondo le stime del MIUR La fascia di età maggiormente colpita è rappresentata dai ragazzi tra i 12 i 18 anni. Ben il 31% dei tredicenni (35% se si considerano solo le femmine) dichiara di aver subito almeno una volta attacchi riconducibili al bullismo elettronico. L’istituzione della “Giornata Nazionale contro il bullismo e cyberbullismo a scuola”, celebrata per la prima volta il 7 febbraio 2017, nonché la redazione di un disegno di legge sul cyberbullismo di cui è in corso l’iter parlamentare per l’approvazione, indicano sicuramente una crescente sensibilità verso il fenomeno in questione, tuttavia, sovente si trascura la gravità degli effetti che condotte di aggressione e di cyber-aggressione possono avere. Da un lato le conseguenze psicologiche per le vittime di questi attacchi possono essere estremamente pesanti quanto le conseguenze penali e civili per il cyber-aggressore. Tenendo sempre bene a mente che i soggetti coinvolti sono bambini e ragazzi che stanno agendo comportamenti che hanno valenza di richiesta d’aiuto. In molti casi si è di fronte a veri propri reati che lo stesso cyber-aggressore non pensa di compiere. Ciò apre il discorso sui profili prettamente legali dell’imputabilità dei minorenni, dell’individuazione delle condotte illecite che possono essere compiute tramite strumenti telematici e delle loro conseguenze sotto il profilo penale e civile. Il progetto vuole primariamente espletare un’opera di sensibilizzazione, rivolta soprattutto ai giovanissimi, ma anche ai loro adulti di riferimento, sui rischi del fenomeno sia dal punto di vista psicologico che legale.

L’opera di sensibilizzazione riguarda anche l’uso responsabile di internet e dei social network, dei quali non si vuole impedirne l’uso. A tal scopo si prevede il coinvolgimento di una una figura esperta di sistemi informatici. Le strategie di prevenzione e gli approcci di intervento si impongono come un’opzione non rinviabile per la scuola intesa come “Rete” di studenti, docenti e genitori. Si parte dall’assunto che ogni attività volta a indagare e prevenire il fenomeno, ogni azione tesa a prevenire usi prevaricatori in generale e del web in particolare non può prescindere dall’idea di realizzare una collaborazione ampia tra le varie istituzioni sociali. L’intento è quello di attivare un percorso che si proietti al di là della durata del Progetto e che inneschi azioni di prevenzione e riduzione del danno.

il progetto Bullismo e Cyberbullismo: “facciamo Rete contro la violenza”, pertanto, intende disseminare nelle comunità scolastiche nelle quali verrà realizzato le conoscenze e le pratiche affinché insegnanti, genitori e studenti siano in grado di affrontare insieme il cyberbullismo in modo proattivo, coinvolgendosi vicendevolmente attraverso attività che saranno sviluppate nella specificità di ogni scuola secondo quanto emerso dalla fase di ricerca e secondo le metodologie acquisite nel corso del progetto.

L’obbiettivo non è quindi quello della mera informazione da parte di esperti, bensì quello di fornire in ogni istituto coinvolto un insieme di strumenti replicabili sia da parte degli insegnanti sia da parte degli studenti.

Il progetto intende intervenire in una prima fase attraverso un’attività di ricerca sulla diffusione e sulla percezione del fenomeno e dei comportamenti a rischio. Tale passaggio permetterà di calibrare il percorso formativo destinato agli insegnanti (le figure che si trovano in prima linea nell’affrontare criticità legate al fenomeno) e, in seguito, le attività di informazione che gli operatori metteranno in atto nei confronti dei ragazzi e delle famiglie.

Alla fine dello svolgimento del progetto, ogni istituto scolastico partecipante potrà contare su un gruppo di docenti che divengono un punto di riferimento per i propri colleghi, per i ragazzi e per le loro famiglie.

L’altro destinatario delle attività sono le famiglie che, spesso inconsapevoli della vita di relazione che i propri figli conducono sul web, non riescono a percepire i rischi o i comportamenti e gli atti già in essere, arrivando anche a sottovalutare tali fenomeni considerandoli semplici scherzi.

 

METODOLOGIA E CARATTERISTICHE DELL’INTERVENTO

 

Le metodologia, le caratteristiche e gli strumenti adottati dal progetto si articolano attorno ad un nucleo centrale costituito dal nesso dinamico tra ricerca e formazione, come nostra abitudine professionale. Il nostro approccio allo studio dei fenomeni psicosociali è sempre di tipo “emico”, ovvero, parte dallo studio del fenomeno nel campione di riferimento attraverso rilevazione dati con strumenti costruiti ad hoc. Le nostre ricerche sul bullismo effettuate nelle scuole del Territorio partono dal 2007, sono consultabili on-line (https://www.mariagelso.it/immagini-di-riflessione/bullismo-le-soluzioni/) e sono state riportate da qualche giornale locale di cui alleghiamo un articolo a titolo esemplificativo.

 

LA RICERCA

Al fine di individuare il grado di percezione del fenomeno tra studenti, insegnanti e famiglie l’indagine si concretizzerà attraverso la compilazione di questionari che potranno essere somministrati in formato cartaceo o online. Ognuno dei tre questionari destinati ai target di riferimento (studenti docenti genitori) sarà differente e specificatamente concepito e redatto per le diverse utenze.

Il questionario destinato agli studenti, in particolare, consentirà loro di iniziare ad assumere la consapevolezza che il proprio comportamento potrebbe essere potenzialmente a rischio o essere oggetto di prevaricazioni online o di mettere essi stessi in atto comportamenti di prevaricazione.

In secondo luogo la raccolta di dati sul tipo di comportamenti prevaricatori on line –sia messi in atto che subiti– permetterà di conoscerne la frequenza, specificità e modalità di azione, arrivando così a tracciare una descrizione qualitativa e quantitativa del fenomeno.

Con i questionari rivolti ad insegnanti e genitori ci si propone di individuare il grado di percezione –sia indiretta che diretta– del fenomeno e il livello di conoscenza del fenomeno, dei comportamenti a rischio potenziale e degli strumenti atti a prevenirli. Ciò consentirà di adeguare i successivi interventi alle specifiche necessità.

 

 

LA FORMAZIONE

 

Grazie al percorso formativo destinato ai docenti, la scuola potrà individuare un gruppo di insegnanti che diventerà depositario di strumenti interpretativi e di intervento che consentano di individuare i segnali degli stati di disagio dei ragazzi e dei loro comportamenti a rischio. La formazione sarà articolata in un numero di moduli da concordare e avrà come obiettivo iniziale l’illustrazione del progetto nel suo insieme chiarendo agli insegnanti lo scopo e le metodologie, seguito da una parte riservata ad una sintetica guida al web gestita da un ingegnere integratore di sistemi hardware e software che curerà tutti gli aspetti relativi all’educazione digitale, ai principali social networks e alle loro modalità di funzionamento e grado di penetrazione tra gli adolescenti. Altri aspetti della formazione saranno dedicati ad approfondire dal punto di vista psicopedagogico cause, sviluppo e conseguenze dei comportamenti a rischio e a presentare gli strumenti che i docenti possono adottare per riconoscere i sintomi del disagio. Oltre alla presentazione del quadro teorico, si prevede anche la discussione di casi concreti e delle metodologie di intervento. L’attività di formazione prevede anche la produzione di appositi materiali didattici, sia in formato testuale elettronico, che in veste di videolezioni, che saranno resi disponibili sul sito del Progetto. Specifici materiali didattici saranno inoltre redatti sia per i ragazzi che per i genitori (per i quali saranno predisposti appositi strumenti in area dedicata del sito).

 

IL COINVOLGIMENTO DEI GENITORI

 

L’intero Progetto e le attività previste (dalla ricerca alla formazione, dai materiali didattici al sito web) sono volti a produrre il risultato concreto dell’acquisizione di strumenti efficaci per riconoscere il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, prevenirlo e intervenire tempestivamente non appena se ne individuino i primi segnali sia nel disagio mostrato dai ragazzi, sia nei comportamenti a rischio che nell’uso aggressivo del web e dei social networks. In tale contesto la partecipazione dei genitori è fondamentale, pertanto essi non saranno soltanto coinvolti nella ricerca con un questionario studiato appositamente per loro, ma avranno la possibilità di confrontarsi con gli esperti che interverranno nelle scuole nel corso di incontri destinati a loro. Inoltre, sul sito web saranno disponibili strumenti di approfondimento e di confronto ad essi dedicati.

 

LO SPORTELLO

 

L’istituzione del cyber-sportello rivolto ai ragazzi agli insegnanti e alle famiglie si strutturerà come un intervento continuo, articolato su un triplice piano. Sarà garantita la presenza in loco, nella scuola; sarà disponibile come servizio pomeridiano nella sede della Fondazione Don Cosimino Fronzuto; sarà costantemente attivo on-line sul blog che il Progetto prevede di realizzare. 

 

IL SITO WEB: il cyber-blog  

 

Il sito web del Progetto non sarà un mero strumento di comunicazione delle attività né solo il luogo virtuale dove reperire materiali e informazioni. Esso sarà, anzitutto una sorta di centro gravitazionale dell’intera attività. Oltre ai dati estrapolati dalle ricerche condotte nelle scuole partecipanti, ai materiali didattici, ai video delle lezioni tenuti agli insegnanti e alle pagine dedicate ai genitori nelle quali questi potranno rivolgere domande agli esperti, il sito ospiterà gli elaborati –ad esempio testi, presentazioni, video, produzioni– delle attività condotte con i ragazzi. Ciò farà del sito un patrimonio comune e del nostro Progetto uno strumento sociale proiettato alla realizzazione di una Rete umana e solidale.

 

IL CONVEGNO

 

La diffusione finale dei risultati del progetto, la condivisione delle esperienze maturate, la resa degli esiti delle ricerche potranno essere oggetto di un convegno, il quale ha lo scopo non solo di illustrate le dimensioni del fenomeno rilevato e di  discutere  i metodi di intervento utilizzati nel percorso progettuale ma anche di sensibilizzare l’opinione pubblica al fenomeno. Olweus, un pioniere nello studio scientifico del bullismo, che da molti anni studia il fenomeno nei Paesi Scandinavi, ha affermato  che Il bullismo deve essere cambiato con un approccio dall’alto verso il basso: il preside della scuola deve dire:<<Noi vietiamo il bullismo>; il corpo docente deve dire:<<Noi non permettiamo questo comportamento>>; i genitori devono sapere che se il loro figlio viene accusato di agire comportamenti per sopraffare i più deboli dovranno rispondere del comportamento del figlio in maniera risarcitoria. Questo secondo noi significa vincere contro il dilagare delle forme di aggressione, questo significa fare rete contro la violenza.

 

D.ssa Maria Gelso

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