NON E’ VERO CHE “chi va dallo psicologo è malato o ha un problema”.

 

Spesso si ha difficoltà a chiedere aiuto ad uno psicologo perché si crede che chi gli si rivolge abbia problemi molto gravi. Quest’idea tanto antica quanto infondata è ancora oggi presente in gran parte della società, soprattutto nei piccoli centri dove si sente maggiormente la paura di essere etichettati come "problematici". Nel passato il concetto di salute era semplice, quasi elementare, facilmente comprensibile e basato su un’affermazione negativa: «salute intesa semplicemente come assenza di malattie».

Netto il confine tra sano e malato, consentendo di esorcizzare la paura che suscita negli esseri umani la malattia. La malattia è qualcosa che mi capita addosso dall’esterno e, finché non mi colpisce, non mi riguarda e non mi appartiene. Se fa paura la malattia, fa paura anche il malato; se fa paura il “problema psicologico”, fa paura anche la “persona problematica”. Una delle difese primordiali contro ciò che ci fa paura è la negazione: “io non sono malato”, “io non sono problematico”. Nel corso del tempo, nonostante siano cambiate sia le scienze mediche sociali e psicologiche, sia il concetto stesso di salute e malattia, persiste l’infondata convinzione che “chi va dallo psicologo è malato o ha un problema”. 

Nel XVIII secolo si constata casualmente che nell’arcipelago delle isole greche e sulle rive del Bosforo il vaiolo è praticamente sconosciuto, probabilmente per l’inoculazione volontaria della malattia, fatta dalle popolane ai figli durante i primi anni di vita. Da una parte comincia a vacillare il concetto di malattia per contagio proveniente dall’esterno, da “fuori-da-me”; dall’altra inizia a prendere forma la concezione secondo cui il corpo ha in sé le capacità di opporsi al male.

Esistono nel corpo delle risorse, delle forze che nessuno immaginava esistessero. Risorse e forze non esclusivamente di natura fisica.

Nella Vienna dei primi anni del secolo, Freud apre nuove prospettive che portano alla ricerca di rapporti tra cervello e organi somatici, rapporti che nelle più recenti ricerche sono stati dimostrati tra la funzione della psiche e la funzione di alcune cellule, anche molto specializzate, come le cellule del sistema immunitario. Crollano i confini netti e delimitati tra salute e malattia, tra mente e corpo.

Tracciare il confine tra salute e malattia è praticamente impossibile. Il confine non esiste, tutti noi siamo contemporaneamente sani e ammalati con una preponderanza, di volta in volta, di salute o di malattia.

Anche il concetto di salute è mutato. Non ci basta non essere ammalati: vogliamo essere belli, robusti, eleganti, bravi, di buon umore… La stessa Organizzazione Mondiale di Sanità ha detto che uno stato di completo benessere fisico e mentale non è caratterizzato dalla sola assenza di malattia o infermità.

Si è andata affermando la concezione positiva della salute come benessere fisico, mentale e sociale della persona, rispetto al concetto negativo tradizionale di salute come assenza di malattie.

La nuova prospettiva di tutelare e promuovere la salute come diritto umano e come interesse di tutti segna il passaggio dal concetto di cura a quello di prevenzione, dal colmare il malessere a potenziare il benessere.

A questa crescente attenzione allo studio del benessere e della qualità della vita nell'ambito delle scienze mediche e sociali, corrisponde in ambito psicologico, lo studio del benessere soggettivo che ha dato origine al vasto e sfaccettato movimento della Psicologia Positiva. Essa comprende studi volti prevalentemente ad analizzare la dimensione del piacere, inteso come benessere prettamente personale e legato a sensazioni ed emozioni positive, privilegiando l'analisi dei fattori che favoriscono lo sviluppo e la realizzazione delle potenzialità individuali. La Psicologia Positiva ha fornito contributi fortemente innovativi a livello teorico ed applicativo: essa enfatizza il ruolo fondamentale delle risorse e potenzialità dell'individuo, che le ricerche precedenti - volte ad analizzare carenze, deficit e patologie - non mettevano in luce.

Ciò rappresenta un autentico capovolgimento di prospettiva: si privilegiano interventi finalizzati alla mobilizzazione delle abilità e risorse della persona, anziché alla riduzione o compensazione delle sue limitazioni. 

Lo psicologo, quindi, impiegando opportune tecniche e metodi

incrementa il benessere dell’individuo attraverso la promozione della crescita personale e l’acquisizione di un miglior equilibrio nella gestione del quotidiano. 

Si rivolge, quindi, principalmente, al miglioramento delle condizioni psicofisiche della persona, in assenza di particolari problemi e in assenza di patologia.

Nei casi in cui esiste una patologia, lo psicologo interviene sul singolo o sul gruppo, con una finalità non terapeutica, ma di sostegno, di riabilitazione o direttamente di consulenza.

Alcuni esempi possono essere: gruppi di autoaiuto; supporto alla famiglia di una persona depressa; intervento sulla persona sofferente lavorando sulla presa di coscienza del proprio stato patologico per poter dare alla persona la possibilità di valutare ed eventualmente scegliere un percorso di cura; ridefinizione degli obiettivi di vita dopo un trauma; ecc...

In tutti questi casi non si sta effettuando una terapia, ma un intervento psicologico, in quanto gli obiettivi che vengono fissati non sono di cura, ma altri.

Nei casi in cui esiste una difficoltà lo psicologo può fornire alla persona o al gruppo nuovi strumenti per gestire emotivamente e/o cognitivamente la situazione di difficoltà. 

Alcuni esempi possono essere: matrimonio in crisi; relazione con i figli adolescenti; aiuto nell'elaborazione di un lutto; momenti di svolta della propria vita; normali difficoltà relazionali; aumento della propria sensazione di autoefficacia; capirsi e conoscersi meglio; miglioramento di alcuni aspetti della propria personalità; gestione dello stress; ecc....per problematiche legate al “ciclo di vita”, cioè a momenti particolari dell’esistenza individuale (come la menopausa). 

 

 

Consultare uno Psicologo non significa allora solo e soltanto avere una patologia o un problema psicologico; si può infatti ricercare ed utilizzare la sua preparazione anche quando occorre il parere di un esperto o quando si vuole informazioni e chiarimenti su temi di tipo psicologico, o ancora quando si desidera capirsi in senso interiore o quando si desidera una valutazione sul proprio stato psicologico, quando si vuole incrementare il proprio benessere individuale o il proprio senso di autoefficacia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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