dicembre 2014
dicembre 2014

 

L'illusione più pericolosa è quella che esista soltanto un'unica realtà.

(Paul Watzlawick)

 

Scoprire la verità può essere spiacevole e doloroso a volte, soprattutto se la bugia è l’ancora che offre la sicurezza di una visione del mondo confortante.

Tutti conosciamo l’esperienza dolorosa della perdita delle illusioni. Una delle disillusioni più significative nella vita di molti avviene in media attorno ai sette anni. Riguarda la scomparsa di un personaggio favoloso, benevolo: Babbo Natale.

La fine della prima infanzia è caratterizzata da un normale cambiamento dei sistemi di rappresentazione che porta all’abbandono di una visione del mondo tipicamente infantile.  Proprio per questa ovvietà i genitori sono portati a considerare la scomparsa di Babbo Natale una tappa necessaria della crescita, ma, sottostimano la delicatezza che questa tappa può avere nella costruzione del sé: non si tratta solo della scomparsa di una credenza, è un passaggio che coinvolge la natura dei legami che il bambino intrattiene con le persone significative che gli stanno intorno e che gli hanno mentito.

La grande adesione ad un mito così spettacolare dipende dal fatto che viene proposta dai genitori, figure di riferimento alle quali i bambini si affidano senza riserve.

La messa in scena collettiva da parte degli adulti significativi rafforza la credenza.

I bambini alimentano la credenza sia perché non se la sentono di tradire Babbo Natale sia perché i genitori non mancano mai di sottolineare il fatto che solamente i bambini che credono a Babbo Natale hanno diritto ai suoi regali.

Tre sono i fattori principali responsabili della scomparsa di questa credenza: la dissonanza, l’incoerenza e la concorrenza (G. Bronner).

La dissonanza è caratterizzata dalla presenza di un elemento esterno che contraddice, indebolisce la credibilità del mito fino ad annientarlo: per esempio, i genitori vengono colti in flagrante mentre sistemano i regali sotto l’albero!

La concorrenza indica la situazione in cui il mito di Babbo Natale viene messo in discussione dagli altri: per esempio, un compagno di classe più grande svela al bambino che dietro il mito di Babbo Natale c’è un’operosa e macchinosa messa in scena dei genitori!

L’incoerenza è caratterizzata dalla presenza di un elemento interno al mito, che mette in discussione il mito stesso: il bambino coglie le incongruenze fisiche del racconto, per esempio, il giro del mondo fatto in una sola notte, milioni e milioni di regali contenuti in solo sacco…

L’abbandono della credenza in Babbo Natale provoca in quasi la metà dei bambini una situazione di crisi. Tale crisi può trasformarsi in una semplice delusione, oppure causare una dolorosa messa in discussione della visione del mondo: se Babbo Natale non esiste, allora tutto ciò che è magico è ugualmente falso; se gli adulti mi hanno mentito su Babbo Natale, allora possono mentirmi su qualunque altra cosa: il mondo degli adulti è un mondo che mente!

Se la rottura improvvisa di una credenza genera una crisi meglio optare allora per una rottura progressiva che permetta al bambino di preparare il proprio sistema cognitivo ed emotivo ad affrontare la verità.

In generale, quando il bambino comincia a nutrire e a manifestare dei dubbi è meglio smettere di mentire e accompagnarlo gradualmente alla verità, magari proponendogli le sue stesse domande. Se il bambino chiede: << Babbo Natale esiste?>> Chiedergli, a propria volta: <<Tu che ne pensi?>> In questo modo il bambino può essere condotto a mettere insieme tutti i propri dubbi come indizi di un libro giallo e se risolve l’enigma merita di ricevere i complimenti per la sua perspicacia.

Ma allora perché far credere ai bambini che Babbo Natale esiste se poi il futuro inevitabilmente preserva una delusione?

È una decisione che spetta a ciascun genitore!

Voglio, tuttavia, condividere uno spunto di riflessione. 

Negli adulti l’irrazionale il magico il “miracoloso” si va assottigliando sempre di più fino a volte a scomparire del tutto lasciando il posto alla ragione, al sospetto, alla durezza che sovente accompagna la vita di tutti i giorni e che ci allontana gli uni dagli altri, ci allontana dalla fantasia, ci allontana dai sentimenti. 

Siamo forse noi adulti ad avere bisogno di una spiegazione che ci guidi alla riscoperta di una verità dimenticata, perché sepolta sotto gli strati delle amarezze quotidiane: Babbo Natale esiste; se non nella fantasia sicuramente nei sentimenti!

Il passaggio su un piano spirituale dove il Babbo Natale panciuto si trasforma gradualmente nel sentimento di appartenenza, di fratellanza, di amore per il proprio prossimo può essere uno dei modi per svelare ai nostri figli la vera magia del Natale!

 

 

 

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