Alcuni porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati.

Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro.

Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò nuovamente a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.


  Arthur Schopenhauer, da "Parerga und Paralipomena"

 

 

Questo racconto di Arthur Schopenhauer, poi ripreso da Sigmund Freud nella sua opera “Psicologia delle masse ed analisi dell’io”, rappresenta metaforicamente il dilemma del movimento relazionale, ovvero dello “stare nella Relazione” in tutte le possibili forme di rapporto umano (filiale, sentimentale, amicale, di lavoro...).

A volte ci avviciniamo in modo da sentire il calore dell’altro e a volte ci allontaniamo per prendere da lui maggiori distanze. La comunicazione non verbale può offrirsi come misura di riferimento della distanza esistente tra due persone.

La vicinanza o distanza in senso geometrico riguarda l’effettiva distanza espressa in centimetri ed è oggetto di studio di una disciplina semiologica, la prossemica (Edward T. Hall), che fissa addirittura le distanze tra le persone comunicanti, stabilendo, in base a tali distanze, il tipo di rapporto intercorrente tra di esse.

La zona intima è la più vicina al nostro corpo e implica uno spazio intercorrente tra le due persone di 0-45  cm.

E’ la distanza che c’è in una coppia o tra madre e figlio ed è luogo di diversi fenomeni emozionali.

Viene percepito come aggressore chiunque invade tale spazio senza consenso.

La distanza amicale/personale (45-120 cm) è tipica delle relazioni tra conoscenti che si sentono a proprio agio: familiari, amici, colleghi e tutte quelle persone con le quali di solito si hanno rapporti di affabilità.

La distanza sociale (1,2-3,5 metri) è quello spazio riservato ai contatti sociali meno profondi, più convenzionali e formali, dove non ci si confida, ma si offre consulenza, si trattano affari.

La distanza pubblica (oltre i 3,5 metri), infine, riguarda le pubbliche relazioni, regolate da precisi protocolli (la distanza che separa l’insegnante dalla classe, il manager dei dipendenti, l’oratore dal pubblico).

La distanza di cui parla la nostra storia è altro che distanza spaziale, è una distanza emozionale.

Attraverso l’esperienza i due porcospini trovano la “giusta distanza” e proprio in essa, nella capacità di abitarla, che riescono a preservare il loro legame. La relazione fra due persone si gioca per distanze, modulazioni e misurazioni di distanze.

Alcuni autori di matrice psicanalista ipotizzano che le fasi evolutive della coppia ripercorrono le fasi di sviluppo della prima infanzia. Il legame di coppia, infatti, è un comportamento di attaccamento che ripropone modalità analoghe a quelle sperimentate nel rapporto precoce con la figura di attaccamento principale.

Il rapporto madre-bambino nei primi sei mesi di vita di quest’ultimo è di tipo simbiotico, di stretta dipendenza.  Il bambino si comporta e agisce come se lui e la madre fossero una sorta di unità onnipotente, racchiusa dentro uno stesso confine. 

Nel rapporto di coppia questa fase corrisponde al cosiddetto “innamoramento”, caratterizzato da un’idealizzazione molto spinta dell’altro, in cui si crede di aver trovato l’uomo o la donna giusti per fare coppia. E’ la fase in cui diciamo all’amato: “ho bisogno di te!”

 

E’ la fase in cui metaforicamente i porcospinisi stringono vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. 

Ben presto, però, data l’eccessiva vicinanza, il dolore delle spine reciproche li costringe ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro.

Si passa, così, alla fase della “separazione-differenziazione” che, nell’evoluzione del bambino, corrisponde al periodo che va dai sei ai nove mesi.  Laseparazione riguarda la percezione di essere separati dall'unità simbiotica, oggetto d'amore, cui segue la presa di coscienza dell’esistenza del proprio corpo da parte del bambino che comincia a differenziarsi dalla madre.

Nella coppia la differenziazione consegue alla delusione che l’altro non è la figura idealizzata creata nella fase di innamoramento. E’ la fase del “risveglio” in cui i membri della coppia cominciano a dirsi di “no”, pur sentendo angoscia nel pensarsi separati. Nascono difficoltà se uno dei due partner non è pronto e vive il cambiamento come un segnale di deterioramento patologico del rapporto, anziché come un naturale processo evolutivo.

[…] di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali: il freddo e il dolore (mi allontano, mi avvicino)

E’ la fase della “sperimentazione-esplorazione” che nel ciclo evolutivo individuale va dai dieci ai diciassette mesi, quando il bambino, avendo acquisito le capacità motorie, si arrampica e si sposta sempre più, creando una distanza ottimale con la mamma. In questa fase del ciclo vitale della coppia c’è distacco emotivo. Caratteristica saliente di questa fase è “la distanza”, la coppia è competitiva più che empatica.

E’ importante in questa fase assumersi la responsabilità della propria rabbia per poter evolvere alla fase successiva del “riavvicinamento” in cui si giunge ad un nuovo contratto relazionale ben diverso da quello simbiotico. Si torna dal partner per risolvere i conflitti insieme. I due elementi della coppia sono indipendenti e disposti reciprocamente a venirsi incontro nel rispetto della unicità e della diversità di ognuno.

 

Il “Ti amo” diventa “Sono disposto a lasciarti essere quello che sei aspettandomi che tu faccia lo stesso per me”.

 

Si trova la distanza ideale; la stessa che verso i 21 mesi, il bambino è capace di trovare dalla madre. I progressi del linguaggio sono molto importanti in questa nuova tappa. Il bambino è adesso capace di sopportare le attese e le frustrazioni, e si sente interiormente al sicuro (fase della costanza oggettuale).

 

Tutto questo durò finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.

l'esperto risponde

interagisci con la psicologa

tel: 338 19 57 595

mariagelso@yahoo.it

https://www.facebook.com/

psicotondo