MA TU HAI CAPITO VERAMENTE?

 

E‘ sorprendente la facilità con cui i giovani umani imparano a eseguire certe operazioni, nel corso dei primi anni di vita. I bambini di tutto il mondo acquisiscono una gamma di competenze decisamente sorprendente e mettono a punto vere e proprie teorie sul funzionamento del mondo e della loro stessa mente.

Questi stessi bambini che imparano così presto a padroneggiare sistemi simbolici come il linguaggio e forme d'arte come la musica, che sviluppano complesse teorie dell'universo e intricate teorie della mente, spesso, quando entrano nella scuola, incontrano difficoltà enormi.

Mentre l'uso e la comprensione del linguaggio in età prescolare normalmente non pongono difficoltà di sorta, la lettura e la scrittura possono rappresentare seri ostacoli, mentre il contare e i giochi matematici possono risultare divertenti, l'apprendimento delle operazioni matematiche può riuscire disgustoso.

I bambini arrivano a muoversi con sicurezza entro molti campi apparentemente complessi, ma non entro le discipline che è compito della scuola insegnare.

Una delle cose più solidamente dimostrate negli ultimi tempi, infatti, è la tesi che ogni bambino normale viene al mondo equipaggiato da un notevole grado di predisposizione al conoscere.

Gli apprendimenti successivi devono poggiare sui vincoli e sulle tendenze che ogni bambino porta con sé quando viene al mondo.

Gli studenti non sono persone che imparano nello stesso modo, possiedono diversi tipi di menti e quindi apprendono, ricordano, eseguono e comprendono in modi diversi.

Secondo Howard Gardner, professore di scienze cognitive e dell'educazione alla  Harvard University, gli esseri umani sono capaci di almeno sette modi diversi di conoscere il mondo (le sette intelligenze umane).

Noi tutti siamo in grado di conoscere il mondo mediante il linguaggio, l'analisi logico-matematica, la rappresentazione spaziale, il pensiero musicale, l'uso del corpo per risolvere problemi o per fare cose, la comprensione degli altri individui e di noi stessi.

Il punto cruciale è che studenti diversi possono venire raggiunti in modi diversi e l'esperto disciplinare, ovvero l’educatore docente, deve  essere colui che sa mostrare la propria padronanza della materia in modi molteplici e flessibili.

Il rischio che corriamo come società, trascurando nella scuola la suddetta realtà di fondo, è quello di proporre una trasmissione della conoscenza di natura mimetica, in cui l'insegnante dà una dimostrazione della prestazione o del comportamento desiderati e lo studente li riproduce nel modo più fedele possibile. Il merito va riconosciuto alle prestazioni ripetitive, ritualizzate e convenzionali.

In questo modo il divario esistente tra ciò che passa come comprensione e la comprensione vera resta enorme.

Nella scuola spesso il docente valuta ottima la prestazione che clona le parole del testo che l‘allievo ha studiato o della lezione che ha ascoltato.

La devianza, l’irregolarità, lo stile singolare viene spesso soffocato e  invece dovrebbe essere valorizzato. La stortura della vite è il punto di forza dello studente e non il punto che la vecchia pedagogia autoritaria riteneva di dover raddrizzare. L’insegnante deve valorizzare la stortura perché lì c’è un tesoro ”

Parafrasando il pensiero psicoanalitico di Massimo Recalcati, l’insegnante che riesce  a lasciare il segno nell’allievo è un insegnante che ama quello che insegna e dunque fa del sapere non semplicemente qualcosa di aereo, astratto, intellettuale, trasformandolo in un corpo erotico.

L’allievo così non è più un contenitore vuoto da riempire; bensì un amante; “si sente amante del sapere che il maestro trasmette”.

È difficile far nascere il desiderio nell’obbligo, nella scuola, ma non è impossibile.

Esiste una dimensione misteriosa dell’apprendimento che rende l’allievo amante, il che significa non essere riempito  ma essere svuotato e messo in movimento verso la produzione e la ricerca di uno stile autonomo di apprendimento.

 

Bisogna porsi la domanda come educatore "ma tu hai capito veramente?"

Ti ho reso in grado di elaborare  idee tue proprie, di  promuovere la tua comprensione delle cose?

L’obbiettivo, dunque, deve essere la creazione di un sistema educativo che valga a promuovere la vera comprensione delle cose.

Nelle scuole solo difficilmente si ravvisa  una preoccupazione per la comprensione profonda, probabilmente perchè la promozione di questo genere di comprensione non è mai stata un obbiettivo prioritario per le burocrazie scolastiche.

L'orientamento educativo deve fondarsi su un  approccio trasformativo in cui l'insegnante funga da facilitatore che evoca negli studenti certe qualità, incoraggiandolo ad elaborare proprie idee, a promuovere la propria comprensione delle cose.

 

Questo approccio vede nell'educazione un'opportunità per gli individui di diventare autonomi inventori di conoscenze, di trasformare ciò che hanno incontrato nel passato e magari alla fine di offrire alla saggezza collettiva il contributo di nuove idee e di nuovi concetti.

 

 

[H. Gardner, Educare al comprendere, stereotipi infantili e apprendimento scolastico].

 

 

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