Il rilassamento muscolare progressivo è una tecnica ideata intorno agli anni Trenta dal medico e psicofisiologo statunitense Edmund Jacobson. Basata sull'alternanza "contrazione/rilasciamento" di alcuni gruppi muscolari porta, se correttamente eseguita, ad un rapido scioglimento di stati di tensione, ansia, stress. Il metodo è semplice e può essere appreso da chiunque, a qualunque età. Particolarmente indicato per quelle persone che non riescono a praticare altre tecniche di rilassamento come il training autogeno o la meditazione. 

Il Training di Rilassamento Progressivo di Jacobson è un addestramento attraverso cui si insegna alla persona che vi si sottopone a ridurre la tensione muscolare e altre manifestazioni somatiche associate agli stati d’ansia. La particolarità del metodo consiste nella contrazione dei muscoli, o gruppi di muscoli che si vogliono rilassare, prima di realizzare il rilassamento stesso. La mente riesce a cogliere e discriminare le differenze tra la muscolatura in stato di contrazione e in stato di rilassamento e, dopo avere effettuato qualche volta gli esercizi proposti, si riuscirà a cogliere i segnali di tensione inviati dal corpo e a rilassare automaticamente le zone in tensione. Il principio terapeutico è che vi è una relazione tra stimoli emotivi e grado di tensione muscolare, per cui ad un’intensa attivazione muscolare corrisponde un accresciuto livello di attivazione fisiologico. Al contrario, se la persona impara ad alleviare l'attivazione muscolare può essere in grado di ridurre l'attivazione psicologica ed emotiva, con conseguenti sensazioni di consapevolezza e benessere. In merito al rapporto mente-corpo è il caso di ricordare che gli orientali già da molto dicono che il primo modo per vincere la tristezza è tirarsi su di forza gli angoli della bocca, come quando si sorride. Ciò significa che la mente, le emozioni e il corpo non sono entità separate, ma interconnesse.

Per le culture orientali non esiste nel modo più assoluto una netta separazione mente-corpo, per cui non stupisce che molte delle discipline di integrazione mente-corpo arrivino dall'oriente, a partire dallo Yoga. L’individuo deve essere considerato in termini olistici (olos in greco significa “tutto”, “intero”).

Il nostro organismo è un sistema - non una macchina - in cui ogni parte parla con ogni altra parte e c'è un linguaggio comune fatto di molecole chimiche e di energie, che è in grado di mettere in comunicazione ogni cellula del corpo con ogni altra e queste con l’ambiente. Sono ormai moltissimi i dati che dimostrano che un certo tipo di stato di coscienza, un certo tipo di pensiero, cambia parametri anche sottilissimi, come la glicemia, le endorfine, il numero di recettori per certe molecole presenti sui linfociti, ma, addirittura, cambia, per esempio, la conduttanza elettrica della pelle, le onde elettromagnetiche emesse dall'organismo; un certo tipo di pensiero cambia il modo in cui la pianta del piede aderisce al suolo e, viceversa, una certa postura fisica ci permette di accedere a certi stati coscienza ed ad altri no.Il corpo ha i suoi tempi, i suoi ritmi e la mente li deve rispettare. Spesso si nega al corpo il dovuto riposo e si costringe a ritmi stressanti. Questo equivale ad una dichiarazione di guerra dall’esito scontato.

Le tecniche di rilassamento agiscono come mediatori di pace tra le parti in conflitto. Infatti quando i muscoli si distendono, il sistema ipotalamico-ipofisario autorizza i capillari a distrarsi, il sangue a pervadere le fibre muscolari, a nutrire le cellule, a portare via i prodotti della “combustione” cellulare.

Queste operazioni portano armonia nell’individuo. I rispettivi ritmi della mente e del corpo si allineano e si unificano, creando una circolazione sintonica delle energie, fonte di benessere, che faceva esclamare agli antichi: “mens sana in corpore sano”.

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